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Il suo nome scientifico è Xyrichtys novacula, noto come pesce pettine ed in dialetto siciliano come ” pettini surici ” per via dei suoi morsi davvero dolorosi e penetranti. E’ un pesce osseo ed appartiene alla famiglia Labridae. 

E’ un pesce diffuso in tutto il Mediterraneo e nell’oceano Atlantico, sia nel versante Est ( Portogallo ) che nel versante ovest ( dal North Caroline al Brasile ). Lungo le coste italiane non è comune se non localmente. Predilige fondali sabbiosi o ghiaiosi, così come secche al largo con medesime caratteristiche. Inizia a comparire dalla tarda primavera e predilige la stagione estiva mentre nel periodo invernale migra a profondità maggiori. E’ un pesce alquanto territoriale, lo si trova in gruppi di pochi esemplari mentre gli esemplari maschili si fanno circondare da un  harem di femmine. La deposizione avviene in estate, le uova e le larve sono pelagiche. . I giovani fino a circa 4-5 cm hanno un aspetto completamente diverso da quello degli adulti, sono infatti dotati di raggi allungatissimi sulla pinna dorsale. E’ un pesce molto apprezzato per le sue carni bianche e saporite, fritti assumono una colorazione dorata e croccante tanto che sul mercato il suo prezzo al kg raggiunge anche prezzi ragguardevoli visto che il quantitativo è nettamente diminuito negli ultimi anni per via della pesca intensiva e l’uso indiscriminato delle reti. Chi ne va ghiotto finisce a mangiarne davvero a dismisura, uno tira l’altro, caldi e croccanti rappresentano un pesce prelibato tra la gamma dei pesci di frittura assieme alla triglia.

E’ un pesce assai vorace e le catture più fruttuose avvengono su finali sottili con braccioli ben distanziati dalla lenza madre e dal piombo. Chi notoriamente usa la palatura a 3 ami catture parecchie roselle, mentre i così detti ” verdoni ” prediligono finali più invisibili e ben fatti. In questa pesca la velocità dello scaroccio è essenziale, così come l’utilizzo di canne da bolentino molto sensibili. Occhio a non esagerare nel diametro dei finali in quanto assieme al pettine surice si aggira il pesce balestra ” u pisci poccu “, preda assai potente dotato di robustissimi denti. A corredo alcune foto di catture effettuate nel versante tirrenico messinese. Indispensabile l’ausilio di una pezza al momento della slamatura in quanto infliggono dolorosissimi morsi, alcuni dei quali penetranti addirittura nella stoffa. Una volta trovata la zona di pascolo non bisogna allontanarsi da essa ed approfittare il momento propizio. Ad agosto e settembre gli esemplari più grossi li troverete più vicini alla costa rispetto a giugno, quando ancora le acque non sono caldissime.