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734282_10200404617145902_852841647_nDa giorni viene annunciato questo cambio di rotta importante che riporterà l’inverno in Italia dopo lunghi giorni con tempo mite e clemente. L’aria fredda in questione giunge direttamente dalle regioni marittime della Groenlandia e viene sospinta dalla corrente a getto indotto dall’alta pressione che si è eretta finalmente in Atlantico. L’aria artica, molto fredda ma senza particolari eccessi negativi, sta già giungendo gradualmente ad ovest dei mari Italiani tanto che stanno nascendo numerosi focolai temporaleschi sulle acque marine, ma è solo l’inizio visto che il primo nucleo più intenso giungerà tra giovedì e venerdì. In questo frangente, proprio tra Sicilia e Calabria, si localizzerà il perno della saccatura e le precipitazioni si concentreranno maggiormente tra le coste tirreniche ed i rilievi siciliani tali da apportare discreti millimetri al suolo e neve a partire dai 800m in calo sino a 600m, specie venerdì mattina quando le correnti saranno nettamente occidentali. I valori bassi in quota con oltre la -30°C a 5000m di quota ed i geopotenziali bassi favoriranno accesi contrasti sul basso Tirreno, quindi non si possono escludere temporali grandinigeni e gragnolate fitte in città con accumulo al suolo, come avvenuto già due volte nel centro storico per la gioia della gente che aveva pensato al miracolo messinese definendola neve. Proprio la consistenza dei temporali o comunque delle precipitazioni legate a moti convettivi saranno determinanti per la quota neve dei Peloritani e degli accumuli nevosi, che comunque si prevedono discreti sulla vetta di Dinnamare. Il freddo stavolta non sarà mordi e fuggi nello Stretto, anzi un secondo nucleo d’aria gelida, stavolta di matrice più continentalizzata, genererà un secondo centro di bassa pressione probabilmente sul tirreno centrale in evoluzione verso est. Per tali motivi, la seconda fase clou del maltempo in riva allo Stretto dovrebbe attestarsi tra la notte di sabato e la giornata domenicale, quando le correnti saranno girate a maestrale e con esse precipitazioni intermittenti accompagnate da termiche di tutto rispetto. In questo caso nevicherebbe sui Peloritani intorno ai 400m di quota. Insomma, capiamo benissimo come le sorti di queste previsioni siano legate alla localizzazione dei minimi depressionari in formazione sui nostri mari, i quali reagiscono sempre in modo incerto o anomalo quando giungono masse d’aria gelide ed instabili.image